La composizione corporea e la sua valutazione è una tematica centrale nel lavoro di un nutrizionista, e rappresenta un’importante variabile per la definizione dello stato di salute di un individuo.
Durante le mie visite ci tengo sempre a sottolineare diversi aspetti al riguardo, che ho deciso di condividere anche qui su inSearch, nella speranza di stimolare diverse riflessioni.
Trovo che sia particolarmente importante essere consapevoli degli strumenti a nostra disposizione per comprendere la composizione corporea, di quali parametri è necessario interpretare e soprattutto come interpretarli in funzione al soggetto che siamo/ci troviamo davanti. Misurazioni mal interpretate possono essere causa di pensieri e preoccupazioni incentrate principalmente su numeri, aspetto che considero deleterio per un approccio sano all’alimentazione.
Diversi metodi a disposizione:
le tecniche per valutare la composizione corporea possono essere distinte in dirette (dissezione dei cadaveri), indirette (nelle quali per la stima delle componenti tessutali o composizioni molecolari viene misurato un parametro alternativo), doppiamente indirette (in cui viene utilizzata una misura indiretta per prevedere l’entità di un’altra misura indiretta tramite equazioni).
Inoltre si distinguono anche per modello di riferimento:
- Modello a due componenti: FM e FFM
- Modelli a tre componenti: FM, osseo, FFM
- Modelli a quattro componenti: FM, osseo, FFM, altre componenti tessutali specifiche
Le metodologie standard si basano sulla misurazione di alcune proprietà del corpo come ad esempio la sua densità o descrivono l’entità e la distribuzione tissutale: apparato scheletrico, muscolare, adiposo; includono la densiometria, la tomografia computerizzata a raggi x, la risonanza magnetica, e l’assorbimetria di raggi X a doppia energia.
Nella pratica clinica i metodi principalmente utilizzati sono quelli indiretti, parliamo di antropometria e analisi bioimpedenziometrica (BIA), che forniscono stime o indici di composizione corporea: i risultati ottenuti dipendono dalle interrelazioni biologiche tra le componenti corporee e tissutali misurate direttamente o in modalità standardizzata. I metodi indiretti sono inficiati dalla presenza di maggiori errori predittivi rispetto ai metodi diretti e sono influenzati dalla specificità del campione.
PESO
Il peso è il primo parametro rilevato per valutare l’andamento nel tempo a fronte di uno specifico trattamento nutrizionale.
Il peso è un numero, influenzato da innumerevoli aspetti: le variazioni di peso corrispondono essenzialmente a variazioni della TBW (total body water), di FM e/o di FFM, motivo per cui la valutazione del solo peso, in assenza di altri parametri dimensionali corporei può risultare fuorviante.
INDICE DI MASSA CORPOREA
Un passettino in più corrisponde al calcolo dell’indice di massa corporea, noto come BMI o IMC dato dal rapporto peso (kg) e quadrato della statura; corrisponde ad un indicatore descrittivo della tipologia corporea comprendente sia la condizione di sottopeso, sia quella di obesità.
Negli adulti valori di BMI superiori a 25 sono associati ad un aumentato rischio di morbilità e mortalità, mentre valori di BMI maggiori di 30 indicano la presenza di obesità. Nei bambini il BMI non corrisponde ad un indicatore attendibile a causa della variabilità legata alla crescita, motivo per cui si tende a considerare curve di crescita del BMI di modo da comprendere l’ eventuale rischio di insorgenza di obesità in età adulta.
Il limite del BMI corrisponde al fatto che non tiene conto della composizione del corpo, per capire cosa intendo pensiamo al caso specifico di un atleta particolarmente muscoloso: potrebbe classificarlo nella fascia di obesità; inoltre nella maggior parte degli adulti la fluttuazione diurna della statura e della massa concorrono ad alterare l’IMC. L’utilizzo del BMI in assenza di ulteriori parametri di riferimento è quindi sconsigliato negli atleti e nei soggetti in cui si denotano fluttuazioni del peso significative nel breve periodo.
ANTROPOMETRIA
L’antropometria consiste nel rilevare le misure sulla superficie del corpo: pliche cutanee, circonferenze, lunghezze e larghezze scheletriche; misure che possono servire per la valutazione di adiposità, tessuto muscolare e dimensioni della corporatura. Corrisponde alla metodica più semplice.
Ad oggi sono state sviluppate oltre 100 equazioni predittive del grasso corporeo a partire dalle pliche cutanee; i loro risultati sono altamente variabili a causa delle differenze in termini di popolazioni campionate e per mancanza di rigore nella standardizzazione della tecnica.
Le circonferenze e i segmenti corporei sono spesso usate come misura sostitutiva di adiposità in individui particolarmente obesi per i quali non è possibile svolgere la plica cutanea; al contrario per gli atleti la misurazione delle circonferenze permette di monitorare la muscolosità.
BIOIMPEDENZIOMETRIA
L’analisi bioimpedenziometrica corrisponde ad un esame semplice, rapido, non invasivo, che trova indicazione elettiva per la misurazione della TBW (total body water) e della sua distribuzione (ECW ed ICW) consentendo di valutare specificatamente lo stato di idratazione dei soggetti.
Essa, inoltre è in grado di evidenziare la quantità di FFM e FM mediante la misurazione della resistenza che i tessuti corporei oppongono al passaggio di una corrente elettrica alternata molto piccola. Dal momento che acqua e sali conducono bene la corrente mentre i lipidi sono cattivi conduttori, la BIA predice il contenuto di acqua del corpo e traduce ciò in una stima della composizione del tessuto. Ad oggi abbiamo a disposizione dispositivi con diverse tipologie di elettrodi, gli strumenti più tipici utilizzano una disposizione tetrapolare in cui gli elettrodi sono posti sulle superfici dorsali della mano destra e del piede destro, a circa 5cm di distanza.
Risulta necessario considerare alcuni aspetti: i modelli di predizione utilizzano come dati di input sesso, età, statura, e massa corporea; si aggiunge inoltre l’input opzionale dello stato atletico. Nel caso specifico di atleti l’allenamento eleva la temperatura e causa anche ampie fluttuazioni dello stato di idratazione, non solo nell’immediato post allenamento. La temperatura ambientale e cutanea influenza l’impedenziometria per l’effetto vasocostrittore o vasodilatatore che determina; se vi è febbre la BIA è inattendibile; ed anche il ciclo mestruale influenza l’esame in quanto determinante espansione del contenuto totale di acqua extracellulare, e per aumento della temperatura corporea e cutanea causata dall’effetto termogenico del progesterone.
In conclusione
Tutte le tecniche di valutazione della composizione corporea hanno specifiche limitazioni; conoscerle, ed abbinare diverse metodiche di misurazione, ci permette di svolgere interpretazioni quanto più possibile vicino alla realtà.
Un aspetto che cerco sempre di sottolineare e trasmettere è l’importanza della valutazione dell’andamento nel tempo, evitando di focalizzarsi in modo estremamente scrupoloso sui numeri ottenuti da un unica rilevazione; il singolo controllo è importante, ma i cambiamenti richiedono tempo, costanza ed impegno, e risultano ben evidenti su lungo termine. Inoltre, a fianco ai dati oggettivi, ritengo anche di fondamentale importanza l’osservazione e l’ascolto del proprio corpo.
*tutto questo vale per la mia quotidianità, certe considerazioni possono essere rivalutabili in funzione del contesto e dell’obiettivo con cui l’analisi di composizione corporea viene svolta